RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE SUSSISTE ANCHE SE AGENTE FUORI SERVIZIO ED IN ABITI CIVILI. CASS N. 13264/2025

A CURA DELL'AVV. LAURA BUZZERIO
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INDICE:
1. IL FATTO;
2. LA SENTENZA;
3. CONCLUSIONI.-
Hai fretta ? Andiamo dritti al sodo:
🔹 1️⃣ Il fatto: Un sovrintendente capo della Polizia Municipale, pur fuori servizio e in abiti civili, interviene per fermare una "truffa dello specchietto". Durante l'intervento viene aggredito da uno dei truffatori. 👮♂️🚗💥
🔹 2️⃣ La sentenza: La Cassazione conferma la condanna per resistenza a pubblico ufficiale, chiarendo che la qualifica di agente di polizia giudiziaria permane anche fuori turno, se l'intervento è nel territorio di competenza e finalizzato a prevenire o reprimere reati. ⚖️📜
🔹 3️⃣ Le conclusioni: Anche in abiti civili e fuori orario, il vigile urbano agisce come pubblico ufficiale se tutela l'ordine pubblico o previene illeciti: la funzione prevale sulla forma. 👔🚨👩⚖️
1) IL FATTO
La vicenda trae origine da un episodio nel quale un sovrintendente capo della Polizia Municipale — al Comando, ma fuori servizio e in abiti civili — era intervenuto per fermare una "truffa dello specchietto" ai danni di un automobilista. Durante l'intervento, uno dei truffatori aveva reagito con violenza, aggredendo verbalmente e fisicamente l'agente.
Per questo motivo, l'aggressore, nei primi due gradi di giudizio, veniva condannato per il reato di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.).-
Tuttavia, l'uomo proponeva ricorso in Cassazione sostenendo che la condanna fosse illegittima: il vigile urbano, essendo fuori servizio e in abiti civili, non avrebbe potuto essere considerato (riconoscibile come) un pubblico ufficiale in quel frangente.-
2) LA SENTENZA
La Cassazione ha respinto il ricorso, ribadendo
un principio di diritto importante:
"gli appartenenti alla polizia municipale conservano la qualifica di agenti
di polizia giudiziaria non solo quando formalmente "in turno", ma
ogniqualvolta, nell'ambito territoriale di competenza, intervengano per
prevenire o reprimere reati":-
Secondo la Suprema Corte, la locuzione dell'art. 57, co. 2, lett. b) c.p.p. "quando sono in servizio", deve essere interpretata in chiave funzionale e non meramente formale.-
Nel caso concreto, l'intervento del vigile:
- era stato determinato da una segnalazione giunta al Comando,
- si era svolto nel territorio di appartenenza,
- aveva consentito l'accertamento di un reato in flagranza.-
3. CONCLUSIONI
Sì, il reato di cui all'art. 337 c.p. si configura anche se il pubblico ufficiale, come un agente di polizia municipale, interviene in abiti civili e fuori dal proprio orario di servizio, a condizione che l'intervento avvenga nell'ambito territoriale dell'ente di appartenenza e sia finalizzato a compiti istituzionali, come la prevenzione di illeciti o la tutela dell'ordine pubblico.
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