TU NON FAI NIENTE IN CASA, VIAGGIO SEMISERIO TRA LAVATRICI, DOVERI CONIUGALI E ART. 143 C.C

A CURA DELL'AVV.MICHELEALFREDO CHIARIELLO
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1) INTRODUZIONE;
2) IL DOVERE DI COLLABORAZIONE TRA CONIUGI;
3) CONCLUSIONI.-
PREMESSA, DOVEROSA:
"Tu non fai niente in casa" è una frase frequente nei dialoghi di coppia, spesso detta con esasperazione, talvolta con ironia, a volte con intento accusatorio.-
Questo contributo si propone di analizzarne il significato giuridico e sociale, partendo dal dovere – sancito dall'art. 143 c.c. – di collaborazione tra coniugi, senza alimentare contrapposizioni tra "donne oppresse" e "uomini pigri", ma promuovere una riflessione consapevole sulla reale distribuzione degli oneri familiari.-
Perché la parità non è uno slogan: è prassi quotidiana, è diritto, è rispetto reciproco.-
Spoiler: nessun uomo è stato maltrattato per la redazione del presente articolo (ovviamente, si scherza, che nessuno se la prenda)
Hai fretta? Andiamo dritti al sodo:
🧹 1. Le pulizie non sono un favore, ma un dovere condiviso
Chi lava, stira, cucina o svuota la lavastoviglie non "aiuta": partecipa. Il lavoro domestico è parte integrante della vita familiare e deve essere equamente distribuito.
👕 2. Il ferro da stiro pesa… anche in tribunale
Secondo l'art. 143 c.c., i coniugi hanno l'obbligo giuridico di collaborare nella gestione della famiglia. La mancata partecipazione può influire su separazioni, assegni e addebiti.
⚖️ 3. Parità uomo-donna: non solo slogan, ma norma giuridica
La vera uguaglianza si costruisce nei gesti quotidiani, tra panni da stendere e figli da crescere. La legge non fa differenze di genere: chiede corresponsabilità, rispetto e reciprocità.
1. INTRODUZIONE
Dopo classici intramontabili come "pensi solo ad una cosa" o "stasera no, ho mal di testa", c'è una frase che si è guadagnata un posto d'onore nel repertorio domestico femminile: "tu non fai niente in casa!".-
Immaginate la scena: la donna, in piedi davanti alla lavastoviglie per la terza volta in un giorno, l'uomo, sul divano intento a scrollare lo smartphone come se contenesse il destino del mondo.-
Lo sguardo eloquente è una didascalia vivente: "tu non fai nulla, come tutti gli uomini".-
Pronti per questo viaggio semiserio – ma con solide basi legislative – nel mondo della parità domestica?
2. IL DOVERE DI COLLABORAZIONE TRA CONIUGI
L'art. 143 del Codice Civile parla chiaro: i coniugi hanno l'obbligo
reciproco di "assistenza morale e materiale" e di "collaborazione
nell'interesse della famiglia".-
Non è una clausola di stile, ma un dovere concreto, che impone la
partecipazione attiva alla gestione della vita familiare.--
Cucinare, fare la spesa, accudire i figli, lavare, stirare, pagare le bollette, pulire casa: tutte queste attività rientrano nel concetto di collaborazione.-
Nessuno – né l'uomo né la donna – può considerarsi esonerato per ragioni di genere.-
Chi non partecipa, non solo viola un dovere etico, ma disattende
un obbligo giuridico.-
E la giurisprudenza lo riconosce: in sede di separazione o divorzio, il
contributo domestico viene considerato rilevante nella quantificazione degli
assegni, nel riconoscimento di un tenore di vita condiviso, persino nella
valutazione dell'addebito.-
In altri termini, lavare un piatto oggi può evitare una condanna domani…
3. CONCLUSIONI
Attenzione: la disuguaglianza non ha un solo volto.-
Ci sono padri che fanno i pendolari per portare i figli a scuola.-
Uomini che cucinano, lavano, si alzano di notte per stirare.-
Dire "sei un uomo, quindi non fai nulla" è tanto errato quanto dire "sei una donna, quindi devi occupartene tu".-
Il punto non è chi fa cosa, ma che nessuno si senta il maggiordomo dell'altro. La vera parità si costruisce nei piccoli gesti quotidiani, senza proclami e senza foglio Excel sul frigorifero per sapere chi deve passare lo straccio.-
Perché l'amore si misura anche nei dettagli: nello svuotare la lavatrice senza bisogno di un promemoria, nel comprare il detersivo senza aspettare il grido d'allarme, nel rifornire i rotoli di carta igienica prima che diventi una crisi diplomatica, nel preparare il caffè la mattina senza pretendere un'ovazione.-
La parità tra i sessi non è una concessione gentile, né un favore da
elargire. È un principio giuridico, un valore costituzionale, una necessità
sociale, la normalità.-
Il dovere di collaborazione tra coniugi, sancito dall'art. 143 del Codice
Civile, non si esaurisce nella teoria: impone una corresponsabilità concreta
nella gestione della vita familiare.-
Ignorare questi obblighi non è solo un segnale di squilibrio nella relazione affettiva, ma può tradursi in una violazione giuridicamente rilevante, con effetti che si riflettono anche in sede di separazione o divorzio.-
Occuparsi della casa, dei figli, della quotidianità condivisa, delle pulizie, non è "aiutare l'altro".-
È fare la propria parte in un progetto comune fondato sull'uguaglianza, sul rispetto e sulla reciproca cura.
Perché l'amore, quello vero, non si dichiara soltanto: si esercita.-
Nei gesti, nei tempi, nella responsabilità.
E anche nel silenzio di una lavastoviglie caricata senza che nessuno lo chieda.-
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