STOP AL LAVORO NELLE ORE PIÙ CALDE: IL PIEMONTE ESTENDE IL DIVIETO AI RIDER.

A CURA DELL'AVV.MICHELEALFREDO CHIARIELLO
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INDICE
1) CALDO ESTREMO E NUOVE ORDINANZE: LA TUTELA DEI LAVORATORI DIVENTA UN'URGENZA;
2) L'ORDINANZA PIEMONTESE: UN MODELLO UNICO IN ITALIA;
3) RIDER: I LAVORATORI DIMENTICATI DELLA GIG ECONOMY;
4) IL PROTOCOLLO PER LE EMERGENZE CLIMATICHE E IL FUTURO DELLA SICUREZZA SUL LAVORO;
5) CONCLUSIONI.-
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Hai fretta? Andiamo dritti al sodo
1️⃣ 🔥 Caldo Estremo e Nuove Tutele: Sempre più Regioni italiane vietano il lavoro all'aperto nelle ore più calde per proteggere i lavoratori esposti, come agricoltori e operai.-
2️⃣ 🚴♂️ Piemonte e Rider: Il Piemonte estende il divieto anche ai rider della gig economy, riconoscendo finalmente la fatica e i rischi di chi lavora nelle consegne a domicilio.-
3️⃣ 🛡️ Verso un Lavoro Sicuro e Sostenibile: Il nuovo Protocollo per le Emergenze Climatiche introduce l'obbligo di considerare il rischio climatico nella sicurezza sul lavoro, ma serve anche un cambiamento culturale e la responsabilità di tutti.-
1) CALDO ESTREMO E LE NUOVE ORDINANZE: LA TUTELA DEI LAVORATORI DIVENTA NECESSITÀ
Estate 2025: il termometro segna temperature da record, con punte che superano i 40°C e ondate di calore sempre più frequenti. Nove Regioni italiane – Lazio, Umbria, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Toscana, Campania, Sardegna e Puglia – hanno già adottato ordinanze straordinarie per vietare il lavoro all'aperto nelle ore più calde della giornata. Misure necessarie per proteggere i lavoratori più esposti, come ad esempio agricoltori, operai edili, florovivaisti, addetti alle cave.-
Ma il Piemonte fa un passo in più. Con coraggio e visione, estende il divieto anche ai rider: i lavoratori delle consegne a domicilio, simbolo di una "gig economy" ( spesso ignorata e priva di tutele. Un gesto di civiltà che riconosce la natura usurante di questo lavoro..-
2) L'ORDINANZA PIEMONTESE: UN MODELLO UNICO IN ITALIA
Dal 3 luglio 2025 è in vigore l'ordinanza firmata dal Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che prevede il divieto di lavoro all'aperto nelle ore più calde (dalle 12:30 alle 16) anche per i rider, nei giorni da "bollino rosso", individuati dal sistema Worklimate, la piattaforma scientifica che monitora il rischio da stress termico.-
Il provvedimento non si limita a imporre uno stop, ma fornisce anche indicazioni operative: distribuzione di acqua e sali minerali, abbigliamento idoneo, turni più flessibili, pause all'ombra. Un invito concreto a riorganizzare il lavoro pensando alla salute e alla sicurezza di chi lavora.-
3) RIDER: I LAVORATORI DIMENTICATI DELLA GIG ECONOMY
Il riconoscimento del lavoro usurante dei rider è un segnale importante in un contesto in cui questi lavoratori sono spesso invisibili e marginalizzati.-
Il loro lavoro è, per sua stessa natura, esposto a condizioni estreme: caldo, freddo, pioggia, vento. Sono lavoratori che operano all'aperto senza protezioni, senza garanzie, e spesso sotto il ricatto di algoritmi che li penalizzano se non accettano consegne in qualunque condizione climatica. Si tratta di un lavoro non solo fisicamente logorante, ma anche psicologicamente stressante, privo di coperture assicurative adeguate e diritti contrattuali reali.-
4) IL PROTOCOLLO PER LE EMERGENZE CLIMATICHE E IL FUTURO DELLA SICUREZZA SUL LAVORO
Un segnale positivo arriva, però, dal recente Protocollo per le Emergenze Climatiche firmato dai sindacati e dalle associazioni dei lavoratori. Il documento stabilisce che il rischio climatico – caldo, ma anche eventi atmosferici estremi – debba essere integrato nelle valutazioni dei rischi aziendali (ai sensi del D.Lgs. 81/2008). I datori di lavoro saranno tenuti a monitorare quotidianamente i bollettini meteo e adottare misure di prevenzione.-
Si tratta di un primo passo importante verso un diritto del lavoro che prenda finalmente sul serio l'emergenza climatica e i suoi effetti concreti sulla salute dei lavoratori.-
5) CONCLUSIONI
L'ordinanza del Piemonte è un gesto di civiltà, ma anche una chiamata alla responsabilità collettiva: istituzioni, aziende, consumatori.
Il caldo estremo non è più un evento eccezionale: è la nuova normalità, che impone di ripensare profondamente i modelli organizzativi del lavoro, ampliando i diritti e le tutele a chi fino a ieri ne era privo.
Ma ciò, potrebbe non bastare.-
Infatti, come ha giustamente osservato la sociologa Chiara Saraceno – in una intervista sul quotidiano "La Stampa" - "una norma di per sé rischia di essere insufficiente se non accompagnata da un cambiamento culturale e dall'azione concreta delle stesse piattaforme di consegna e dei consumatori. Un appello che ci riguarda tutti: nelle ore più calde, smettere di ordinare può diventare un piccolo atto di solidarietà".-
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