NESSUN LICENZIAMENTO PER LE VIGILESSE CHE AVEVANO CHIESTO PROTEZIONE AL CLAN. TRIB. BARI N. 3048/2025

05.08.2025
disclaimer: l'immagine è puramente illustrativa
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A CURA DELL'AVV. MICHELEALFREDO CHIARIELLO

"Il Periscopio del Diritto" non è una testata giornalistica, né un Tribunale, né tantomeno un organo sanzionatorio morale.-
L'articolo che segue si limita a ricostruire i fatti, così come emersi nei procedimenti giudiziari, attualmente definiti solo in primo grado, e pertanto non ancora definitivi. Non verranno espressi giudizi morali, etici o soggettivi, ma unicamente riportati gli elementi contenuti nelle pronunce ufficiali e nei documenti pubblici."-

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INDICE

1) IL FATTO;

2) LA SENTENZA;

3) IL PRECEDENTE.-

*****

Hai fretta? Andiamo dritti al sodo:

1️⃣ Il fatto: Due agenti della Polizia Municipale, dopo insulti ricevuti da automobilisti sanzionati, anziché redigere una relazione ufficiale, chiamano un soggetto sospettato di vicinanza a un clan mafioso per chiedere "protezione" 📞😬.

2️⃣ La sentenza: Il Tribunale di Bari annulla il licenziamento: il comportamento è grave, ma non così irreparabile da giustificare l'espulsione. Disposta una sospensione di due mesi senza stipendio ⚖️📉.

3️⃣ Il precedente: In casi simili nello stesso Comando erano state applicate sanzioni più lievi. Il giudice rileva una disparità di trattamento e ne tiene conto nella decisione finale ⚖️⚖️🤔.

1) IL FATTO

Bari, due agenti della Polizia Municipale, dopo aver sanzionato un passaggio con il rosso e un divieto di sosta, vengono e bersagliate da insulti e minacce. Invece di seguire il protocollo e compilare una classica relazione di servizio, le due – forse colte dal panico o da un'idea poco brillantedecidono di fare una telefonata… non esattamente istituzionale.-

Il destinatario? Un soggetto noto per le sue frequentazioni non proprio ecclesiastiche, sospettato di essere vicino a un clan mafioso locale.-

La storia viene fuori per puro caso, nel corso di una indagine penale, a carico di altri soggetti - nel quale le due agenti risultano non indagate e perfettamente estranee -  e le intercettazioni telefoniche non lasciano spazio a interpretazioni diverse: le chiamate non erano saluti, né casualità, ma per richiedere "protezione" .-

Risultato? Procedimento disciplinare e licenziamento in tronco.-

2) LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI BARI

Il Tribunale del Lavoro di Bari, con la sentenza n. 3048/2025, ricostruisce con precisione chirurgica la vicenda, giungendo alla conclusione che "contattare un soggetto notoriamente influente perché vicino alla malavita – anziché fare un rapporto di servizio – non è accettabile per un agente di polizia municipale. Anche se l'intento era "rassicurarsi" o "capire con chi avevano a che fare".-

Tuttavia, osserva il Giudice:

«I saltuari contatti telefonici non costituiscono, di per sé, motivo sufficiente per un licenziamento. Il comportamento è censurabile, ma non tale da far venire meno irrimediabilmente il rapporto fiduciario.».-

Le sanzioni risultavano legittimamente irrogate, escludendo qualsiasi intento di favorire i trasgressori. Tuttavia, la condotta tenuta dalle agenti, successivamente, ha integrato una violazione rilevante del Codice di Comportamento e del Regolamento della Polizia Locale, compromettendo l'immagine dell'amministrazione agli occhi dell'opinione pubblica.-

I licenziamenti vengono annullati: il Giudice ritiene eccessiva la sanzione espulsiva e la sostituisce con una sospensione di due mesi senza stipendio.-.-

3) IL PRECEDENTE

Se è vero che la giustizia non può permettersi due pesi e due misure, il Giudice – nel caso di specie – sottolinea un elemento chiave: all'interno dello stesso Comando, in episodi analoghi, sono stati adottati criteri sanzionatori meno severi. In particolare, un agente che aveva omesso il sequestro di un'auto guidata da un minorenne ritenuto vicino a un clan era stato punito con una sospensione di tre mesi, senza alcun licenziamento.-

Una disparità evidente, che ha contribuito alla decisione di ricalibrare la sanzione anche per le due vigilesse coinvolte.-

Dal box qui a destra puoi scaricare direttamente l'articolo in formato pdf, ma ricorda di indicare la fonte (titolo, autore, link diretto)

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