LA FOTO CON LA CERNIA TRA PROVOCAZIONE POLITICA ED IPOTESI DI REATO

A CURA DELL'AVV. MICHELEALFREDO CHIARIELLO
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1) IL FATTO;
2) LA SENTENZA;
3) CONCLUSIONI.-
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HAI FRETTA? ANDIAMO DRITTI AL SODO
1️⃣ Il fatto 🐟📸 – Un eurodeputato pubblica sui social la foto di una cernia appena pescata con commento provocatorio, scatenando proteste animaliste ed esposto in Procura.-
2️⃣ La questione giuridica ⚖️📜 – Si discute tra libertà di espressione e tutela degli animali: art. 544-ter c.p., legge Brambilla 2025, principi UE sugli animali come esseri senzienti.-
3️⃣ Le conclusioni 🤔🐾 – Probabilmente nessun reato, ma resta il nodo etico: usare un animale morto come strumento di propaganda politica divide e interroga la sensibilità sociale.-
1️⃣ IL FATTO
Un eurodeputato italiano ha pubblicato sui
propri canali social la foto di una cernia appena pescata, accompagnandola con
la didascalia: «la faccia dell'opposizione alle prossime elezioni».-
Il gesto, volutamente provocatorio, ha immediatamente suscitato la reazione
degli animalisti, che hanno presentato un esposto in Procura, ritenendo che
l'immagine potesse configurare una forma di maltrattamento di animali, quindi
un reato.-
L'eurodeputato non solo non ha ritrattato, ma ha rincarato la dose: in un
secondo post ha mostrato la stessa cernia cucinata al forno, commentando
ironicamente «aggiungete la denuncia per essere cernivoro».-
2️⃣ LA QUESTIONE GIURIDICA
Il dibattito, nato come polemica politica, si è rapidamente spostato sul terreno giuridico, offrendo una ghiotta occasione per scriverci su un articolo, che prescinde da ogni eventuale sentimento di appartenenza partitica.-
In Italia, l'art. 544-ter c.p. punisce il maltrattamento di animali, sanzionando non soltanto la violenza fisica, ma anche l'esposizione dell'animale a sofferenze o a condizioni incompatibili con la sua natura. Diverso è l'art. 544-bis c.p., che punisce l'uccisione senza necessità o per crudeltà.-
Va poi ricordata la recentissima legge n. 82/2025, la cosiddetta "legge Brambilla", che ha segnato una svolta:
- ha introdotto sanzioni più severe per chi maltratta animali;
- ha riconosciuto gli animali come soggetti giuridici con diritti propri, non più soltanto come oggetto di sentimento per l'uomo;
- definiti loro espressamente "esseri senzienti".
Nel caso della cernia, destinata al consumo alimentare, il nodo non riguarda la liceità della pesca o della preparazione, ma il significato simbolico dell'immagine: l'uso dell'animale appena catturato come strumento di propaganda, provocazione politica.-
La questione richiama da vicino il caso dei polpi vivi utilizzati in un video su TikTok, che aveva sollevato polemiche simili. All'epoca si sottolineò che:
- l'art. 13 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea riconosce gli animali come esseri senzienti e impone agli Stati membri di garantirne il benessere;
- l'art. 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo tutela la libertà di espressione, ma questa non è assoluta e può subire limitazioni quando entra in conflitto con altri valori fondamentali, come la dignità e il rispetto degli animali.
In tale prospettiva, un gesto apparentemente innocuo, se amplificato dai social media, può assumere un significato diverso: l'ostentazione del dominio sull'animale come messaggio politico rischia di banalizzare il tema della tutela della fauna e del benessere animale.
3️⃣ CONCLUSIONI
Sul piano strettamente penale è verosimile che l'esposto non sfoci in un processo: la pesca e il consumo della cernia rientrano nella piena liceità dell'attività alimentare, e al momento dello scatto l'animale era già privo di vita.-
Ciò non toglie che la vicenda sollevi interrogativi etici e sociali rilevanti. L'immagine di un animale appena ucciso, utilizzata come arma di propaganda, può non costituire reato ma contribuisce ad alimentare il conflitto pubblico e a svuotare di significato i principi sanciti dal legislatore nazionale ed europeo.-
Ed è proprio in questo spazio – tra libertà di espressione e dovere di garantire dignità agli animali – che si misura la sensibilità della società contemporanea.
Probabilmente, non vi è ipotesi di reato – si pensi a quando un pescatore, in particolare amatoriale, si scatta un selfie per immortalare l'impresa compiuta – ma la vera domanda, quindi, non è se la foto di una cernia morta configuri reato, ma se sia accettabile che un essere vivente venga ridotto a meme politico.-
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