LA BRACCATA INEFFICACE COME METODO DI CONTROLLO DEL CINGHIALE. TAR MARCHE N. 170/2024
A CURA DELL'AVV. MICHELEALFREDO CHIARIELLO
TAGS: BRACCATA - CACCIA CINGHIALI - METODI ECOLOGICI - LEGA PER L'ABOLIZIONE DELLA CACCIA - ISPRA - ANDREA MAZZATENTA - TAR MARCHE N. 170/2024
INDICE
1) INTRODUZIONE;
2) LA DECISIONE DEL TAR MARCHE;
3) SULLA INEFFICACIA DEL METODO DELLA BRACCATA.-
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INTRODUZIONE
Alcune associazioni[1] (Lega per l'Abolizione della Caccia L.A.C. Onlus, Wwf Italia Ong – Onlus) impugnavano, avanti il Tar Marche, la deliberazione della Giunta Regionale delle Marche n. 645 del 17 maggio 2018, avente ad oggetto "L.R. n. 7/95 art. 25. Piano di Controllo regionale del Cinghiale anni 2018-2023" (di seguito anche semplicemente Piano) e gli atti presupposti, in particolare il ricorso al metodo della braccata[2] per il controllo (del numero) dei cinghiali, a discapito di metodi ecologici.-
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LA DECISIONE DEL TAR MARCHE
Piccolo incipit: perché è necessario contenere il numero dei cinghiali? Perché tali animali - molto fecondi e prolifici, in grado di adattarsi ad ambienti e contesti ecologici diversi e che si muovono in gruppo - si stanno riproducendo a dismisura, invadendo territori non propriamente boschivi, arrivando a ridosso delle città, provocando danni alle coltivazioni e, con sempre maggiore frequenza, anche incidenti di un certo rilievo.-
Per il Tar Marche la braccata con cani da seguito non assicura la selettività del prelievo, può determinare impatti su specie non- target (ad es. Capriolo o Cervo) e può favorire l'erratismo dei cinghiali, di conseguenza aumentando il rischio di impatti alle attività agricole, nonché di incidenti stradali. Per tali motivi, andrebbe escluso qualunque ricorso alla braccata per realizzare interventi di controllo.-
Fondamentale, nel caso di specie, è stato l'apporto dell'ISPRA (Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che aveva evidenziato come la caccia, nello specifico la forma collettiva in braccata, non serva né a contenere la popolazione dei cinghiali, né a risolvere i problemi legati ai danni alle coltivazioni e all'incolumità umana, in quanto questo metodo: "modifica la struttura sociale e genetica delle popolazioni e il loro comportamento, favorendo la produttività nelle femmine; rappresenta inoltre una forma di disturbo ambientale per il cinghiale, intensificando il rischio di frammentazione dei gruppi familiari e favorendo l'allontanamento incontrollato dei cinghiali. Ciò determina una maggiore mobilità verso le aree meno disturbate, aumentando di conseguenza i danni e gli incidenti stradali, così come il rischio di diffusione di malattie".-
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SULLA INEFFICACIA DEL METODO DELLA BRACCATA
Sulla inefficacia del metodo della braccata si riporta un passo prelevato da un articolo, a firma del Professore Andrea Mazzatenta - docente di Psicobiologia e Psicologia animale della facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Teramo - presente sul sito istituzionale della "Lega per l'Abolizione della Caccia[3]" : "Perché non funziona? «Perché essendo il cinghiale una specie predata, ha sviluppato durante la sua evoluzione strategie per non estinguersi -esordisce il docente universitario e ricercatore -. Bisogna partire dall'etologia di questo ungulato, che vive in gruppi familiari matriarcali guidati da una vecchia femmina, una matrona, ricompresi nel territorio molto più grande di un grande maschio molto forte; detto salengano. In condizioni normali sono la femmina e il maschio dominante a riprodursi, e per l'età dei genitori la prole non è abbondante». Cosa succede con le battute di caccia? «Succede che le matrone sono le prime a morire perché prima fanno scappare giovani e cuccioli, e lo stesso vale per i grandi maschi. A quel punto ciò che resta dei gruppi matriarcali, le giovani femmine, che sono sorelle, occupa un territorio, e contemporaneamente entrano in azione i giovani maschi liberati dal controllo del dominante. Così inizia una fase riproduttiva intensa, anche per il maggior apporto spermatico dei giovani coinvolti, che moltiplica rapidamente la popolazione con figliate di anche 12, 13 cuccioli».-
In pratica, la braccata avrebbe un effetto opposto a quello preposto, piuttosto bisognerebbe fare ricorso ai cosiddetti "metodi ecologici" (perché non prevedono l'uccisione dell'animale), come ad esempio repellenti chimici, sistemi acustici, recinzioni elettriche o meccaniche, foraggiamento dissuasivo, quest'ultimo, tuttavia, negli ultimi anni fortemente contestato, anche a causa della diffusione della peste suina.-
NOTE
[1] Rappresentati e difesi dall'avvocato Tommaso Rossi.-
[2] La braccata prevede l'impiego di più cani con lo scopo di spingere i cinghiali verso appositi spazi dove possono essere colpiti piu' facilmente.-
[3] Fondata nel 1978, promuove la difesa della fauna, la conservazione ed il ripristino dell'ambiente, con iniziative giuridiche, politiche, culturali, educative, informative ed editoriali.-
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