ILLEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DELLA INFERMIERA CHE CONSIGLIA AL PAZIENTE DI INFORMARSI SUI RISCHI DELLA OPERAZIONE. CASS. N. 17032/2024

28.05.2025
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A CURA DELL'AVV. LAURA BUZZERIO

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INDICE

1) INTRODUZIONE;

2) LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE;

3) CONCLUSIONI.-

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Hai fretta? Andiamo dritti al sodo

1️⃣ 👩‍⚕️ Il fatto
Un'infermiera consiglia a un paziente di informarsi meglio sui rischi dell'operazione. Il paziente rinuncia all'intervento e la struttura sanitaria la licenzia per aver violato i limiti del proprio ruolo.

2️⃣ ⚖️ La decisione
La Cassazione (sent. n. 17032/2024) annulla il licenziamento: il comportamento dell'infermiera è ritenuto conforme al codice deontologico e volto a tutelare il diritto del paziente all'informazione.

3️⃣ ✅ Le conseguenze
Il licenziamento è giudicato sproporzionato. La sentenza rafforza il ruolo attivo e relazionale del personale infermieristico nel processo di cura.

1. INTRODUZIONE

Un'infermiera, dipendente di una struttura sanitaria privata, aveva suggerito ad un paziente, il giorno prima dell'intervento chirurgico, di verificare meglio i rischi e le conseguenze dell'operazione, a cui stava per essere sottoposto.-

Il paziente, dopo quel confronto, aveva deciso di rinunciare all'intervento, provocando il disappunto della Direzione sanitaria. A seguito dell'accaduto, la dipendente veniva licenziata per giusta causa, con la contestazione di aver travalicato i propri compiti professionali e di aver compromesso il rapporto fiduciario con il datore di lavoro.-

L'infermiera impugnava il licenziamento, sostenendo di aver agito nel rispetto del proprio ruolo e del codice deontologico, senza interferire con le prerogative mediche ma sollecitando semplicemente il diritto all'informazione del paziente.-

2. LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'infermiera e dichiarato illegittimo il licenziamento disciplinare, ritenendolo sproporzionato e lesivo dei principi costituzionali e deontologici che regolano la professione infermieristica.-

Infatti, per la Suprema Corte:

  • il comportamento dell'infermiera non aveva ostacolato la libertà terapeutica del paziente, ma l'aveva piuttosto rafforzata;
  • sollecitare un approfondimento informativo non costituisce ingerenza impropria, bensì espressione del dovere professionale di tutela del paziente;
  • la decisione del paziente di non operarsi non poteva essere imputata automaticamente alla condotta dell'infermiera, in assenza di prova che vi fosse stato un vero e proprio condizionamento o atteggiamento denigratorio verso l'équipe medica.-

3. CONCLUSIONI

Una pronuncia destinata a fare scuola e che potrebbe rivelarsi decisiva per rafforzare il ruolo educativo e relazionale del personale infermieristico, in un sistema sanitario sempre più attento ai diritti e alla consapevolezza dell'assistito.-

Dal box qui a destra puoi scaricare direttamente l'articolo in formato pdf, ma ricorda di indicare la fonte (titolo, autore, link diretto)

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