GLI EFFETTI DELLA LEGGE DI CONVERSIONE DEL DECRETO SICUREZZA SULLA CANNABIS TRA ARRESTI E RINVIO ALLA CORTE COSTITUZIONALE.

A CURA DELL'AVV. MICHELEALFREDO CHIARIELLO
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INDICE
1️⃣ INTRODUZIONE
2️⃣ LA SENTENZA
3️⃣ LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO
4️⃣ LE RAGIONI DELLA DIFESA
5️⃣ IL RINVIO ALLA CORTE COSTITUZIONALE
DEL GIP DI BRINDISI
6️⃣ CONCLUSIONI
DISCLAIMER
Questo articolo non ha finalità ideologiche o politiche, ma mira soltanto a informare e stimolare il dibattito giuridico e civile sulla materia della cannabis e sull'impatto delle nuove norme. Ogni analisi o commento è svolto con intento divulgativo e senza alcuna adesione a posizioni di parte.
Hai fretta ? Andiamo dritti al sodo:
1️⃣ 🔍 Arresto e polemica – A Brescia un commerciante di cannabis light viene arrestato in flagranza ai sensi del nuovo Decreto Sicurezza, che vieta la vendita di infiorescenze anche con THC minimo. Il Tribunale non convalida l'arresto.
2️⃣ ⚖️ Difesa e contraddizioni – I legali dimostrano la tracciabilità e la liceità dei prodotti, evidenziando tutte le criticità della norma.
3️⃣ 🏛️ Rinvio alla Consulta – La GIP di Brindisi rimette alla Corte Costituzionale la questione di legittimità della legge 80/2025, aprendo un fronte giuridico nazionale che potrebbe ridefinire i confini della legalità della cannabis light in Italia.
1️⃣ INTRODUZIONE
In provincia di Brescia un commerciante titolare di due negozi specializzati nella vendita di cannabis light è stato arrestato, nell'ambito dell'applicazione delle nuove norme del cosiddetto "Decreto Sicurezza", che ha introdotto una stretta normativa su prodotti a base di canapa.-
2️⃣ LA QUESTIONE
Nel corso di un controllo, gli agenti della Polizia hanno proceduto al sequestro
di 19 barattoli contenenti infiorescenze di canapa, pari a circa 2
chilogrammi.-
Secondo la
ricostruzione accusatoria, la detenzione delle infiorescenze sarebbe finalizzata
allo spaccio di sostanza stupefacente, nonostante i prodotti fossero
commercializzati come "cannabis light".-
Il provvedimento di arresto in flagranza è stato adottato sulla base della
nuova normativa, che vieta la commercializzazione delle infiorescenze di
canapa industriale a prescindere dal contenuto di THC
(tetraidrocannabinolo), rendendo irrilevante la concentrazione di principio
attivo.
Il Tribunale di Brescia, tuttavia, non ha convalidato la misura cautelare personale richiesta dal pubblico ministero, disponendo l'immediata liberazione dell'indagato in attesa del dibattimento fra qualche mese.-
3️⃣ LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Il Decreto Sicurezza 2025 (D.L. 48/2025, poi legge di conversione n. 80/2025) è entrato alla ribalta per le misure in materia di ordine pubblico, ma per il settore della canapa ha rappresentato molto di più: un colpo durissimo.-
Con una sola disposizione – l'articolo 18, comma 3-bis – le infiorescenze di Cannabis Sativa Linnaeus e i loro derivati sono stati esclusi dal regime di legalità previsto dalla Legge 242/2016 e riclassificati come sostanze stupefacenti, a prescindere dal contenuto di THC.-
Oggi è vietato coltivare,
importare, commerciare, trasportare, detenere o usare infiorescenze e
prodotti derivati.-
Vietate anche le infiorescenze con THC bassissimo, quelle che per anni si potevano
trovare, e si trovano, nei negozi specializzati e, paradossalmente, legali.-
Cosa resta possibile,
allora?
Solo ciò che non riguarda i fiori:
– coltivare varietà certificate di Cannabis Sativa L. nei limiti UE;
– usare semi, fibre e foglie per fini industriali, cosmetici o
alimentari;
– produrre isolati di CBD da semi o in laboratorio, purché senza THC.-
C'è poi il paradosso
dei pazienti in terapia medica.
La legge dice che le infiorescenze sono stupefacenti, ma le farmacie
continuano a dispensare cannabis terapeutica proprio a base di
infiorescenze.
La contraddizione è evidente: per evitare guai, chi la utilizza deve portare
sempre con sé la prescrizione medica e dimostrare che si tratta di uso
terapeutico legittimo.
La tutela esiste, ma va provata.-
4️⃣LE RAGIONI DELLA DIFESA
Nel corso dell'udienza
di convalida, i difensori dell'imprenditore, Avv. Niccolò Vecchioni
e Avv. Alessandro Palazzo, hanno sostenuto l'assoluta liceità
dell'attività commerciale svolta dal proprio assistito.-
In particolare, la difesa ha evidenziato che:
- i prodotti sequestrati erano infiorescenze di canapa industriale regolarmente acquistate da fornitori iscritti al registro delle imprese agricole;
- la documentazione fiscale e contabile comprovava la tracciabilità e legittima provenienza della merce;
- le analisi di laboratorio attestavano una percentuale di THC prossima allo zero, priva di qualunque effetto psicotropo.
Alla luce di tali
elementi, il Tribunale ha ritenuto insussistenti i gravi indizi di
colpevolezza necessari per l'applicazione di misure cautelari personali,
respingendo la richiesta della Procura e disponendo la liberazione immediata
dell'imputato.
La vicenda proseguirà in sede dibattimentale, dove sarà centrale la verifica
tecnico-scientifica sul contenuto di principio attivo e la qualificazione
giuridica dei prodotti sequestrati.-
5️⃣IL RINVIO ALLA CORTE COSTITUZIONALE DEL GIP DI BRINDISI
Nel frattempo, in un altro caso (si stanno moltiplicando a vista d'occhio) la G.I.P. del Tribunale di Brindisi ha rimesso alla Corte costituzionale la conformità dell'articolo 18 della legge 80/2025 ai principi costituzionali e ai vincoli derivanti dall'ordinamento europeo.-
Se a Brescia non è stato convalidato l'arresto, a Brindisi la Gip ha fatto di più, decidendo di sottoporre alla Corte Costituzionale il vaglio sulla legittimità della nuova normativa.-
6️⃣ CONCLUSIONI
Il rigetto della misura cautelare da parte del Tribunale dimostra la difficoltà di applicare una normativa che, nel suo intento di garantire la sicurezza pubblica, rischia di creare un disordine giurisprudenziale senza precedenti.-
Il rinvio del G.I.P. di Brindisi alla Corte Costituzionale potrà costituire l'occasione per una rilettura sistematica dell'intera materia, restituendo equilibrio tra finalità di tutela della salute pubblica, responsabilità personale e libertà di iniziativa economica.-
Un ulteriore elemento di contesto che arricchisce il dibattito sulla disciplina della cannabis light riguarda l'allerta recentemente emanata dallo stesso Governo italiano, resa pubblica sul sito di Palazzo Chigi in data 14 Dicembre 2025.- Secondo tale comunicazione, prodotti commercializzati come cannabis light conterrebbero al loro interno componenti potenzialmente pericolosi, con effetti tali da richiedere, in caso di intossicazione, il contatto immediato con un centro antiveleni specializzato.-
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