ERRORE SUL PREZZO DELLA PIATTAFORMA ON LINE E LA TEMIBILE RACCOMANDATA A MEZZO MAIL.

A CURA DELL'AVV. MICHELEALFREDO CHIARIELLO
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INDICE
1️⃣ IL FATTO
2️⃣ PUÒ IL VENDITORE CHIEDERE INDIETRO IL PRODOTTO?
3️⃣ MA ALLORA, IL CONSUMATORE PUÒ TENERSI IL PRODOTTO?
4️⃣ PERCHÉ NON HANNO BLOCCATO TUTTO PRIMA?
5️⃣ CONCLUSIONI
Hai fretta ? Andiamo dritti al sodo:
1️⃣ 💥 L'ERRORE DI PREZZO
Una nota catena online vende per errore prodotti da 1.000 € a 15 € durante il Black Friday. Ordini confermati, pagamenti incassati, consegne effettuate… e poi la richiesta di restituzione!
2️⃣ ⚖️ LA LEGGE PARLA CHIARO
Il contratto si può annullare solo se l'errore è essenziale e riconoscibile. Ma senza adempimento spontaneo dell'acquirente, serve un'azione in Tribunale, non una "raccomandata via e-mail" senza valore legale.
3️⃣ 🧠 MORALE (E DIRITTO)
Il venditore ha sbagliato e il consumatore non è tenuto a verificare le reali intenzioni, di marketing, del venditore. Condotta dell'acquirente forse moralmente discutibile, giuridicamente inattaccabile. E chi avrebbe rinunciato a un iPad da 1.000 € a 15 €? 😏
*****
1️⃣ IL FATTO
Una nota catena di negozi online, proprio durante il periodo di Black Friday, ha inviato un messaggio ai possessori di una particolare tessera, proponendo l'acquisto di prodotti, super ricercati, con uno sconto quasi del 100%.-
Apriti cielo: centinaia di
utenti, tra cui studenti, nonni, vicini e perfino il gatto del portiere, si
precipitano sul sito ed acquistano in un baleno, convinti di aver fatto l'affare
del secolo.-
Ordini confermati, pagamento effettuato, e — sorpresa — merce consegnata…
Fin qui tutto bene… anzi, benissimo.-
Poi, qualche giorno dopo, la
tragedia (o la farsa):
la catena manda una "raccomandata via e-mail" (che già suona
come un ossimoro giuridico), chiedendo la restituzione dei prodotti,
invocando "un errore di prezzo macroscopico e riconoscibile".-
Peccato che:
- l'ordine fosse stato ratificato dal venditore;
- il pagamento incassato;
- e la consegna eseguita.-
2️⃣ PUÒ IL VENDITORE CHIEDERE INDIETRO IL PRODOTTO?
Giuridicamente parlando, la
questione ruota intorno a due concetti:
l'errore riconoscibile e la conclusione del contratto.-
La normativa prevede che il contratto è annullabile se l'errore è essenziale e riconoscibile dall'altra parte.-
Ma, in questo caso, si può
parlare di errore riconoscibile ed essenziale?
Certo, il prezzo super vantaggioso avrebbe dovuto, forse, mettere in allarme l'acquirente,
ma è anche vero che l'offerta era limitata, visibile, solo ad alcuni utenti
registrati e poteva benissimo rientrare in una delle promozioni da black Friday.-
Ma — attenzione — una "raccomandata via e-mail" non ha alcun valore
legale, per quanto minacciosa.-
Può servire al massimo come comunicazione informale per ottenere un accordo bonario o la restituzione spontanea del prodotto.-
Viceversa, serve una diffida, vera e propria, a mezzo raccomandata o pec (e nemmeno la PEC basta se il destinatario, a sua volta, non ha un indirizzo di posta certificata).-
Nel caso di mancato adempimento spontaneo dell'acquirente, il venditore dovrà chiedere l'annullamento del contratto in Tribunale, dimostrando che:
- l'errore era oggettivamente riconoscibile dal consumatore medio (es. "nessuno può credere che prodotto del genere costi così poco");
- e che l'acquirente abbia agito in mala fede, approfittando dell'evidente svista.-
Ma ciò significa citare in giudizio centinaia di clienti, aprendo altrettanti contenziosi, direttamente nel Tribunale dove risiede il consumatore, con costi, evidentemente, molto elevati.-
Di conseguenza, è molto più probabile che il venditore "faccia finta di nulla" e metta a bilancio la perdita.-
Ma non è detto.-
3️⃣ MA ALLORA, IL CONSUMATORE PUÒ TENERSI IL PRODOTTO?
Il nodo sta tutto nella riconoscibilità dell'errore: un conto è una svista da tastiera, un altro è una promozione aggressiva.-
Nel caso di specie, l'offerta promozionale – solo ad alcuni utenti - è partita dal venditore, poi la piattaforma ha confermato l'ordine, accettato il pagamento e spedito il bene, che è stato consegnato.-
Dunque, la conclusione del contratto appare perfetta.
4️⃣ PERCHÉ NON HANNO BLOCCATO TUTTO PRIMA?
È la domanda da un milione di
dollari (anzi, da 15 euro, proprio come il costo del prodotto ).-
In casi simili, colossi on line annullano automaticamente gli ordini
sospetti, prima della consegna, invocando "errore di pubblicazione".-
(ci sono addirittura canali sui social dedicati a queste offerte).-
Se il venditore non vigila sulla corretta pubblicazione dei prezzi, non può scaricare la propria disattenzione sul consumatore incolpevole.-
Ma il consumatore è incolpevole? E, tipo gioco dell'oca, torniamo alla casella di partenza.-
5️⃣ CONCLUSIONI
La
fattispecie ha tratti quasi grotteschi, degni di un autore noir con il gusto
del paradosso: da un lato, una delle piattaforme più note del web che, nel
pieno del Black Friday, orchestra una sequenza di leggerezze - l'offerta
riservata a determinati clienti, il prezzo sfuggito al controllo, l'ordine
confermato, il pagamento accettato, la consegna effettuata - e poi… si risveglia all'improvviso e dall'altro
lato, il consumatore medio — sorpreso, incredulo, forse persino euforico — che
si ritrova tra le mani un prodotto di valore a un prezzo irrisorio.-
Moralmente, certo, avrebbe potuto (o dovuto) scrivere al venditore, segnalare
l'errore, rinunciare all'affare.-
E, diciamolo con franchezza: chi, trovandosi un prodotto
da mille euro a 15 euro, avrebbe cliccato su "annulla ordine"?
Probabilmente nessuno, ma ciò non significa che sia giusto.-
Certo, la questione è curiosa, chissà come andrà a finire.-
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