BOCCIATO IN QUATTRO MINUTI, TUTTO LEGITTIMO. TAR LOMBARDIA N. 2786/2025

A CURA DELL'AVV.LAURA BUZZERIO
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INDICE
1) INTRODUZIONE;
2) LA SENTENZA;
3) CONCLUSIONI.-
*****
Hai fretta? Andiamo dritti al sodo:
📌 1. Il caso
Uno studente non viene ammesso all'anno successivo 📉. I genitori fanno ricorso al TAR Lombardia
sostenendo che il consiglio di classe abbia impiegato solo 4 minuti a
studente per decidere la bocciatura ⏱️📋.
⚖️
2. La sentenza
Il TAR respinge il ricorso: nessuna norma impone tempi minimi per
deliberare 🧑⚖️📚. Anche pochi minuti possono bastare, salvo
anomalie non dimostrate.
🤯 3. Il problema
La decisione è legittima, ma solleva dubbi: si rischia di trasformare un
giudizio personalizzato in una formalità-lampo ⚠️. Il diritto dello studente a un'attenzione
individuale resta solo sulla carta? 📝❓
1. IL FATTO
I genitori di uno studente non ammesso
all'anno scolastico successivo, impugnano il provvedimento davanti al TAR
Lombardia, sostenendo che i professori abbiano valutato 18 studenti in soli
80 minuti, ovvero poco più di 4 minuti a testa. In pratica: il tempo
di leggere il registro, sbadigliare, annuire e votare.-
Il motivo principale del ricoso? Che un tempo così ridotto dimostrerebbe l'assenza
di un serio confronto collegiale e la predeterminazione delle
valutazioni, in violazione del diritto dello studente a un giudizio
ponderato, motivato, individualizzato.-
Come sarà andata a finire? Scopriamolo subito.-
2. LA SENTENZA
Il TAR lombardo ha respinto il ricorso:
"Si tratta di un profilo non sindacabile in sede di legittimità, in quanto manca una predeterminazione, sia pure di massima, ad opera di leggi o regolamenti, dei tempi da dedicare all'esame dei singoli alunni".
Tradotto: nessuna norma impone un tempo minimo per valutare uno studente, dunque anche due minuti possono bastare.
Anzi, aggiunge il Collegio:
"I calcoli risultano scarsamente significativi laddove siano effettuati in base a un computo meramente presuntivo [...], salvi casi di anomalia, che non sono stati dedotti".
Il principio che ne esce fuori? Non è rilevante quanto tempo si dedica all'esame degli studenti.-
3. CONCLUSIONI
Naturalmente la decisione – seppure da rispettare, come ogni altro provvedimento – non è assolutamente condivisibile.-
Se la giustizia amministrativa considera irrilevante la durata del confronto sul singolo studente, il messaggio che passa è pericolosamente ambivalente: da un lato si continua a predicare la centralità dello studente e la necessità di un giudizio articolato e personalizzato; dall'altro, si legittima una valutazione che — in assenza di specifici vincoli normativi — può durare anche il tempo di uno starnuto.-
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